Comunicato stampa del CENSIS
Insufficienza renale: il trapianto più
vantaggioso ed economico della dialisi.
Un risparmio per il Ssn del 29% in tre
anni rispetto alla terapia dialitica. Quasi doppi i costi
economici e sociali a carico dei pazienti non trapiantati e
dei loro familiari rispetto ai trapiantati.
Roma, 17 dicembre 2013 - Il trapianto
di rene è, com'è noto, la terapia d'elezione per
l'insufficienza renale terminale. Ma si dimostra anche il
trattamento più economico. Il costo medio complessivo di un
paziente trapiantato per il Sistema sanitario nazionale è di
95.247 euro in un periodo di tre anni, contro i 123.081 euro
stimati nello stesso arco di tempo per un paziente non
trapiantato e sottoposto a dialisi. Il costo del trapianto è
cioè inferiore del 29,2%.
Lo studio realizzato dal Censis e
dalla Società Italiana di Nefrologia, in collaborazione con
il Centro Nazionale Trapianti, e con il contributo
incondizionato di Pfizer, ha misurato i costi economici del
trapianto di rene a confronto con l'alternativa del non
trapianto. In una fase in cui è particolarmente acceso il
dibattito sulle compatibilità economiche del Ssn, diventa
ancora più urgente, sotto il profilo scientifico e delle
politiche sanitarie, la verifica del costo reale di una
terapia come il trapianto di rene. Seppure considerata come
quella d'elezione per i pazienti uremici terminali, è
particolarmente onerosa per le casse delle aziende
ospedaliere e delle Regioni. Ecco perché si è scelto di
confrontarla con l'altro diffuso approccio terapeutico: la
terapia dialitica a tempo indeterminato.
Il costo medio complessivo stimato per
un paziente trapiantato in un periodo di osservazione di tre
anni ammonta a 95.247 euro. Di questi, 52.543 euro (pari al
55,2% del totale) sono relativi al trapianto stesso,
corrispondenti all'intervento chirurgico e alla degenza
presso il Centro trapianti di rene. I costi della fase
post-trapianto, successivi alla dimissione, sono pari ai
restanti 42.704 euro (pari al 44,8% del totale). In
quest'ultimo caso, la terapia immunosoppressiva territoriale
(i cui costi si stimano pari in media a 12.419 euro) e le
complicanze, con ricoveri ospedalieri ricevuti dopo il
trapianto (12.226 euro), costituiscono le voci di costo più
rilevanti. I follow-up, ossia i controlli periodici
sostenuti dal paziente dopo la dimissione, comportano
mediamente un costo di 7.020 euro.
I costi invece riferibili ai pazienti
non trapiantati per l'intero periodo considerato sono pari a
123.081 euro. In questo caso, la dialisi costituisce di gran
lunga la voce di costo più significativa: in media 109.923
euro, pari all'89,3% dei costi complessivi.
L'analisi temporale evidenzia che al
primo semestre i costi dei pazienti trapiantati sono
nettamente superiori a quelli dei pazienti non trapiantati,
perché comprendono il costo dell'attività di trapianto
stessa. Ma già a partire dal secondo semestre l'assistenza
ai trapiantati genera un flusso di costi nettamente
inferiori a quelli rilevati per i pazienti non trapiantati.
Dal terzo semestre in poi i costi medi per i pazienti
trapiantati continuano a scendere, mentre quelli per i non
trapiantati aumentano. All'inizio del quinto semestre (cioè
2,1 anni dopo il trapianto) i costi medi complessivi dei
pazienti non trapiantati raggiungono e superano quelli dei
trapiantati.
Vanno poi considerati i costi
economici e sociali connessi alla condizione clinica dei
pazienti trapiantati e di quelli non trapiantati che
rimangono a carico dei pazienti stessi e delle loro
famiglie. I costi diretti comprendono i ticket per le
prestazioni ambulatoriali, le parcelle per le prestazioni
private, il costo dei farmaci, gli esborsi per l'assistenza
personale domiciliare (badante) e per l'aiuto familiare
(colf), il costo dei trasporti per raggiungere studi medici,
ospedali e ambulatori. I costi indiretti corrispondono
invece alla valorizzazione economica del tempo impiegato per
sottoporsi a visite, esami, terapie mediche e ricoveri
ospedalieri, compreso il tempo impiegato dai familiari del
paziente per accompagnarlo e assisterlo.
Il confronto mette in luce anche in
questo caso il vantaggio rappresentato dal trapianto di
rene. I pazienti trapiantati, seppure soggetti a una serie
di limitazioni nella loro vita che si traducono spesso in
costi indiretti (in particolar modo per quanto riguarda la
necessità di sottoporsi a controlli medici frequenti, specie
nei primi mesi successivi al trapianto), devono sostenere
costi mediamente inferiori rispetto a quelli affrontati dai
pazienti non trapiantati. Questi ultimi, infatti, sono
costretti a utilizzare un gran numero di ore della settimana
(potenzialmente produttive) per sottoporsi alla dialisi.
La differenza, già cospicua, rilevata
a proposito dei costi dell'assistenza a carico del Ssn di
trapiantati e non trapiantati diviene ancora più
significativa se si considerano anche i costi economici e
sociali a carico dei pazienti stessi nel periodo di
osservazione. Si tratta complessivamente di 118.028 euro per
i trapiantati (95.247 a carico del Ssn e 22.781 a carico dei
pazienti e dei loro familiari) e di 165.886 euro per i non
trapiantati (rispettivamente, 123.081 euro per il Ssn e
42.805 euro per i pazienti e i loro familiari).
Questi sono i principali risultati
della ricerca «Il valore del trapianto» realizzata dal
Censis e dalla Società Italiana di Nefrologia, in
collaborazione con il Centro Nazionale Trapianti, con il
contributo incondizionato di Pfizer. La ricerca è stata
presentata oggi a Roma da Ketty Vaccaro, responsabile del
settore Welfare e salute del Censis, Giorgio Battaglia e
Vito Sparacino, membri del board scientifico della ricerca,
e discussa, tra gli altri, da Giovambattista Capasso,
Presidente della Società Italiana di Nefrologia, Pasquale
Berloco, Presidente della Società Italiana Trapianti
d'Organo, Alessandro Nanni Costa, Direttore del Centro
Nazionale Trapianti, e Emilia Grazia De Biasi, Presidente
della XII Commissione Igiene e Sanità del Senato. |